Spesso sui social, soprattutto Facebook, vengono fuori dei post di alcuni utenti che cercano, invano, di negare alla piattaforma il consenso per l’utilizzo dei propri dati personali.
Le frasi sono tutte simili tra loro e recitano pressapoco così:
NEGO IL CONSENSO A FACEBOOK di pubblicare su altri motori di ricerca o trasferire ad altri tutto o parte di ciò che ho pubblicato su Facebook. Non concedo il permesso e non autorizzo Facebook o qualsiasi altra organizzazione associata a Facebook di utilizzare le mie immagini, informazioni, messaggi, foto, messaggi cancellati, file, ecc. senza il mio espresso consenso scritto.
Al di là della forma e dei numerosi refusi, dovuti ai ripetuti copia/incolla degli avventori, spesso vengono menzionate delle fantomatiche date in cui le nuove “regole” entreranno in vigore.
Regole di cui non si fa mai espressamente riferimento, tra l’altro.
A chi è rivolto il post?
Difficile pensare che Facebook possa accogliere le richieste dei suoi quasi 4 miliardi di utenti, semplicemente leggendo tutti i post che periodicamente appaiono nei profili personali.
Non c’è nulla che possa dare validità legale (o quantomeno ascolto) ad un post frutto di condivisioni alla cieca da altri contatti a caso (talvolta sconosciuti).
La Protezione della Privacy
Quello della protezione della privacy è un diritto sacrosanto, ma ci sono apposite leggi che la regolano. Per negare il consenso ad una piattaforma è necessario seguire delle apposite procedure, a volte automatizzate, per richiedere quello che viene definito “diritto all’oblio”.
E’ già tutto scritto
Ogni volta che ti registri ad una piattaforma online (che sia un e-commerce, un social o un servizio di streaming), come primo passo sei obbligato ad accettare due documenti: “T&C” (Termini e Condizioni di utilizzo) e “Privacy Policy” (informativa sulla raccolta, il trattamento e l’utilizzo dei dati personali).
Quando dichiari di aver letto e sottoscritto questi due documenti (che generalmente tutti noi evitiamo di leggere) puoi finalmente utilizzare la piattaforma.
A cosa serve quindi negare il consenso in quel modo?
A nulla.
Scrivere “Io nego il consenso a…” in un post all’interno di facebook, a cui diamo in pasto ogni sorta di informazione, è un controsenso. Vogliamo negare il consenso all’utilizzo dei nostri dati personali ad una piattaforma in cui siamo entrati nostra spontanea volontà, accettando i termini del servizio. Per giunta ogni giorno lasciamo al “padrone di casa” (sempre spontaneamente) tonnellate di pensieri, foto in vacanza o dei nostri figli.
Siamo artefici de nostro destino: nessuno potrà fare nulla al posto nostro, siamo sempre gli unici responsabili delle nostre azioni.
Tutto chiaro?